Il recente congresso della IABSE (Associazione Internazionale degli Ingegneri Strutturisti), tenutosi a fine settembre presso l’Università di Gand in Belgio, ha posto in evidenza le gravi conseguenze che i cambiamenti climatici avranno sulla corrosività dell’ambiente nei prossimi decenni. La concentrazione di anidride carbonica, la crescita della presenza di cloruri, alluvioni, inondazioni e condizioni atmosferiche estreme avranno ripercussioni sulle strutture in acciaio e in cemento armato, danneggiandole in modo pesante.
Da qui la raccomandazione di prevedere, in sede di progettazione, l’adozione del sistema anticorrosivo più efficace che assicuri una durata dei manufatti superiore a 100 anni, con limitati interventi manutentivi nell’intervallo.
Tra i sistemi protettivi in grado di assicurare tali durate, si colloca al primo posto la Zincatura all’arco elettrico che, oltre allo Zinco, è in grado di depositare anche leghe Zn/Al 85/15 o Al, fino a 300 µm.
Il rivestimento è formato da Zinco puro, legato intimamente al supporto grazie all’aderenza molecolare ad alta densità e, quindi, è più efficace della Zincatura a caldo (dove l’aderenza è metallurgica e solo il 40% del riporto è Zinco puro, il resto è formato da leghe Fe/Zn) e infinitamente superiore alla migliore verniciatura (dove l’aderenza è meccanica e il rivestimento è soggetto al rapido degrado dovuto all’azione dei raggi UV).
Anche nel corso della conferenza internazionale Eurostruct 2021, tenutasi il 30 e 31 agosto presso l’Università di Ingegneria di Padova, in collaborazione con la “European Association on Quality Control of Bridges and Structures”, la Zincatura termica è stata protagonista dell’anticorrosione delle strutture di acciaio e del ripristino del ferro tondo ammalorato da CO2 e cloruri.
La Zincatura a spruzzo è, già oggi, in grado di garantire cicli di vita dei manufatti superiori a 100 anni (prescritti dalle norme NTC 2018).