Diversi mesi dopo la Fiera di settore svoltasi a Bergamo, eccoci di nuovo a parlare di un segmento di mercato nel quale un’impresa italiana si distingue per dinamismo e ricerca di nuovi mercati.
Dott. Mario Colica, lei è Amministratore Unico della Colimet: ci può spiegare come è nata la passione per questa sua attività? “Più che altro parlerei di lunga conoscenza professionale maturata prima come dirigente di industria nel settore dei metalli non ferrosi (zinco, piombo etc.), poi come Direttore del Centro Italiano Promozione Zinco e Presidente dei Produttori Europei dello Zinco nel periodo 1987-1990. Quindi dal ’96, dopo aver lasciato il precedente incarico alle dipendenze di una società del Gruppo Eni, ho iniziato l’attività imprenditoriale in proprio costituendo la Colimet Srl”.
Però lo zinco è sempre stato centrale alla sua attività…Un legame quasi indissolubile… “Effettivamente si tratta di un impegno professionale da rintracciare nel vasto campo dell’anticorrosione del ferro e dell’acciaio perché lo zinco, quando viene applicato sull’acciaio, serve a proteggerlo dalla ruggine e a conferirgli una durata pluridecennale senza bisogno di costose e difficili manutenzioni periodiche. La corrosione è responsabile di danni valutati nell’ordine del 2% del Pil nazionale, pari a 40 miliardi di Euro annui, che potrebbero essere fortemente ridotti ricorrendo in maniera preventiva alla zincatura a spruzzo”.
Stiamo entrando nello specifico: facciamo capire meglio ai lettori. “Guardi, il processo è semplice e consta di un generatore elettronico con un terminale (pistola) all’estremità della quale convergono contemporaneamente due fili di zinco o alluminio che vengono fusi mediante un arco elettrico e depositati sotto forma di particelle solide sull’acciaio preventivamente pulito con la sabbiatura o granigliatura.”
Da quanto dice, deduco che la sua attività sia rivolta ad una clientela prevalentemente ristretta di operatori. “Proprio ristretta non direi… Noi non ci rivolgiamo soltanto ai 200 operatori esistenti in Italia ma miriamo soprattutto a coinvolgere il mondo della carpenteria metallica, dei gestori di impianti di sabbiatura e verniciatura metallica che trattano oltre 3 milioni di tonnellate l’anno di manufatti di acciaio”.
Colimet Srl rappresenta peraltro la Osu-Hessler di Bochum, leader tedesca nella fabbricazione di impianti ad arco elettrico per applicazioni anticorrosive e di riporti antiusura. Commercializza anche una vasta gamma di fili metallici tra cui quelli di Zinco di produzione della Vertic Zinc Wire Oy, primario produttore Europeo. Fra un battuta e l’altra, chiediamo al Dr. Colica come la sua azienda stia vivendo l’attuale momento di crisi italiano.
“Beh, la situazione è molto difficile, proprio per questo cerchiamo di ampliare il più possibile la nostra visibilità. Partecipiamo a fiere specializzate su Trattamenti e Finiture dei Metalli, distribuiamo molto materiale informativo e documenti tecnici sulla zincatura a spruzzo e sulle sue applicazioni e inviamo ai potenziali clienti documentazioni tecnico-economiche. Inoltre, promuoviamo incontri con enti pubblici e tecnici esperti di progettazione e preparazione di capitolati per la P.A., evidenziando il valore aggiunto conseguente all’utilizzo di questi trattamenti e i vantaggi per la collettività, che ha disponibili beni durevoli con notevoli risparmio di costi.
Gli effetti di questi sforzi si cominciano a notare e consideri che proprio nel 2010 – anno non brillante per l’economia del nostro Paese – abbiamo contribuito a installare dieci impianti nel Centro-Sud, zona ancora considerata vergine”.
Detto del suo rapporto con la Osu-Hessler, mi interesserebbe sapere come i suoi fornitori, che sono del nord Europa, percepiscono la situazione economica italiana. E poi che differenze riscontra, lei, nel modo di lavorare tra Italia ed Europa. “Rispetto a chi opera nel nord Europa la nostra situazione è completamente diversa; da noi le difficoltà sono maggiori, derivano principalmente dalla poco apprezzabile consuetudine dei clienti di pagare in ritardo e dopo numerosi solleciti. Questo ci mette in seria difficoltà nei confronti dei produttori tedeschi e finlandesi, con i quali operiamo abitualmente. Loro sono abituati a termini di pagamento standard di 30 giorni data fattura e non riescono a comprendere il perché di ritardi di pagamenti con scadenza a 60-90 giorni… E’ difficile, inoltre, far capire ai clienti che lo zinco è quotato alla Borsa di Londra, dunque soggetto a oscillazioni in funzione delle quotazioni giornaliere, per cui non può avere un prezzo fisso e stabile”.
Che futuro vede per il settore di sua competenza e per il nostro mondo nazionale del lavoro? “Le prospettive future di questo segmento, in linea teorica, sono positive perché come le ho già detto il potenziale di mercato è in aumento e l’interesse è crescente. Ma tra l’ottimismo della volontà e la pratica quotidiana c’è una forte distanza che non può essere colmata dal solo nostro impegno: ci vorrebbe una maggiore sensibilità da parte degli Enti pubblici i quali dovrebbero sapere che, quando si progetta un arredo urbano, non si può prescindere dal prescrivere ai committenti la zincatura a spruzzo dell’acciaio. Le testimonianze evidenti del pauroso degrado dell’arredo urbano delle nostre città – dove non viene fatta alcuna manutenzione – ne sono di un’eloquenza allarmante. Per non parlare delle resistenze all’utilizzo della zincatura a spruzzo da parte del committente, preoccupato solo del modesto maggior costo iniziale senza invece tenere conto dei forti, futuri risparmi conseguenti alla illimitata durata nel tempo dei manufatti”.
Dalle prospettive della sua Azienda alle prospettive per i giovani. “Dalla mia esperienza a livello nazionale e internazionale mi sento di poter dire loro che è necessario padroneggiare la lingua inglese, fare esperienza inizialmente presso piccole e medie imprese dove apportare la loro conoscenza nell’utilizzo degli strumenti di comunicazione più moderni e aggiornati, a tal proposito noi siamo una sorta di paradigma visto che abbiamo investito molto su sito web e in pubblicità on-line”.
L’umanità non ha mai avuto, nella Storia, le numerose opportunità che la globalizzazione ha messo ora a sua disposizione. La vita aziendale quotidiana è, perciò, una conoscenza di base sulla quale sviluppare le proprie conoscenze informatiche e comunicative.
Francesca Colica-Prismanews.net