I prezzi dello Zinco al LME sono aumentati del 23,6% negli ultimi 12 mesi e il trend non sembra allentarsi.
Lo Zinco è stato il metallo che ha avuto le migliori performance dal 2016 ad oggi raggiungendo $ 3,600/Tonnellate; il più alto livello dal 2007.
I prezzi sono sotto tensione e non mostrano segni di inversione perché gli stock sono scesi ai minimi dal 2008: 151.000 Tonnellate, pari all’1% del consumo mondiale, prevalentemente concentrati nei magazzini di New Orleans (lontani dai maggiori centri di utilizzo). Gli stock LME oggi sono ritornati ai livelli del 2.1.2009.
I motivi sono: da un lato il consumo mondiale che continua a crescere, a fronte di cali di produzione di minerali e metallo in Cina (I° produttore e consumatore mondiale) dovuti a scarsità di minerali per la chiusura di migliaia di piccole miniere a seguito di misure ecologiche stringenti imposte dal governo che hanno ridotto la produzione mineraria e metallurgica.
La Cina sarà costretta a importare per fronteggiare il consumo interno e ciò con ripercussioni al LME dove le quotazioni continuano ad evidenziare una Backwardation (prezzi a termine più bassi di quelli a contanti) a testimonianza di una carenza di metallo fisico.
A fronte di questa sostanziale scarsità di fisico, Glencore (leader mondiale nella produzione di Zinco) ha deciso ai primi del 2018 di riprendere l’attività estrattiva presso la miniera di Lady Loretta, immettendo nel mercato 100.000 Tonnellate di zinco (poca cosa se si tiene conto che negli anni scorsi aveva tagliato la produzione di 500.000 Tonnellate).
Quanto sopra, assieme alle difficoltà in Cina, spinge gli esperti a ritenere che anche il 2018 sia un anno di fermezza con il probabile superamento del primato finora registrato.
Altri esperti prevedono che i prezzi possano scendere a partire dal 2021- 2022 quando si sentirà l’effetto delle riaperture di nuove miniere, lo sfruttamento al massimo delle capacità delle fonderie esistenti e l’entrata in attività di nuove fonderie.