Contrariamente agli anni passati, quando in agosto i prezzi dello Zinco si raffreddavano per la ridotta attività stagionale, quest’anno si è verificato l’opposto. Come da grafico seguente, il prezzo dello Zinco al LME di Londra, espresso in dollari/tonnellata, ha chiuso il mese di luglio in forte ripresa ritornando ai livelli di fine 2019 e, nel mese di agosto, ha mantenuto il trend di continua crescita.
Le quotazioni a pronti, che fino a febbraio erano superiori a quelli a termine, si sono progressivamente indebolite a favore del Contango (i prezzi a 3 mesi maggiori dei prezzi cash), che si è via via allargato fino a raggiungere un differenziale di +24 $/tonnellata, a testimonianza che gli investitori hanno immesso liquidità nel sistema, in vista di una ripresa della domanda.
A fine luglio i prezzi si erano collocati oltre i 2.300 $/tonnellata, dopo aver registrato su giugno un progresso dell’12%. Il trend di crescita è continuato in agosto e, alla fine del mese, i prezzi hanno registrato il valore di 2.455 $/tonnellata, con un incremento dell’7% sul mese precedente e del 19% su giugno.
Durante il periodo di lock down, i prezzi erano scesi a fine marzo a 1.870 $/tonnellata, lasciando sul campo il 17% rispetto al valore registrato alla fine di gennaio.
Ma, visto che la domanda, ad eccezione della Cina, è fiacca, il deficit che aveva dominato la scena fino al 2019 ha lasciato il posto al surplus di 170.000 tonnellate e gli stock sono cresciuti al LME fino a 224.000 tonnellate, perché i prezzi dello Zinco tendono a lievitare?
Premesso che, tra i metalli di base, lo Zinco è quello che ha migliori prospettive di ripresa, c’è da considerare che il maggiore stimolo viene dalla Cina che, come è a tutti noto, copre il 50% del consumo mondiale. Questo paese è uscito dalla pandemia prima degli altri, mentre il resto del mondo continua a soffrire gli effetti del Covid-19.
In Bolivia e in India la produzione mineraria è crollata per effetto della pandemia, mentre altre miniare in Alaska hanno sofferto chiusure per problemi tecnici.
Il mercato è ancora pervaso dall’incertezza, ma qualche cenno di ottimismo proviene dal fatto che, in borsa a Londra, le quotazioni a 3 mesi sono superiori a quelle per contanti di 22-25 $/tonnellata. Questo è un indice che il mercato, finora illiquido, incomincia ad attrarre capitali da parte di fondi istituzionali i quali sono più attivi nel breve periodo.
L’impressione generale dei tecnici è orientata ad un andamento leggermente positivo perché è pur vero che c’è abbondanza di Zinco ma d’altro canto gli acquirenti sono “corti” e quindi devono ricostituire le scorte.
Per quanto riguarda l’Italia, la domanda è debole ma i premi alla vendita, pari a 140-145 $/tonnellata, sono superiori rispetto a quelli dei paesi del Nord Europa, che sono circa 70-80 $/tonnellata.