Nel primo trimestre del 2021, i prezzi dello Zinco, pur essendosi mantenuti sopra 2.800 $/T e avendo sfiorato i 2.900 $/T, non hanno mai raggiunto la soglia psicologica di 3.000 $/T dell’Aprile 2019, obiettivo formulato ad inizio anno dai principali Istituti di ricerca internazionali.
Un freno allo sfondamento di questa soglia è stato il surplus iniziale di 400.000 T che però, gradatamente, si è assottigliato a 120.000 T, che assieme agli stock ufficiali del LME di 200.000 T, rappresentano solo il 2% del consumo mondiale.
I dati economici recenti (+18,3% del PIL in Cina – paese che, ripetiamo, consuma il 50% dello Zinco mondiale), le migliori condizioni in USA e il consolidamento in Europa, assieme a vasti programmi di investimento in infrastrutture in tutto il mondo, abbinate a situazioni specifiche dello Zinco, quali la scarsità di minerali che incide pesantemente sui costi di trasformazione delle fonderie, lasciano prevedere a breve il superamento della suindicata soglia psicologica.